L’alta densità e la concentrazione di popolazione fragile nelle città fa sì che questi ambiti siano particolarmente vulnerabili in una situazione di rischio come la pandemia da Sars-CoV-2. In particolare, un profondo dibattito si è aperto sull’utilizzo degli spazi pubblici nella fase della quarantena, ma anche in seguito, durante la “convivenza” con il virus. Numerosi sono i problemi da affrontare: dalla difficoltà a mantenere il distanziamento fisico, ad applicare le misure di regolamentazione delle pratiche d’uso, all’individuare modalità nuove per vivere gli spazi pubblici. A distanza di quattro mesi dall’inizio dell’emergenza in Italia, emerge con chiarezza la necessità, in caso di rischio sanitario, di ripensare le pratiche d’uso dello spazio pubblico, superando il problema dell’assembramento senza rinunciare alle necessità relazionali delle diverse fasce della popolazione.
Questo breve contributo intende affrontare come l’urbanistica tattica o temporanea abbia un forte potenziale nella gestione di situazioni di crisi, contribuendo a ripensare in modo più radicale lo spazio pubblico in una prospettiva di lungo periodo. Dopo un iniziale inquadramento sugli usi temporanei nelle pratiche urbane, l’articolo propone una lettura dell’urbanistica tattica seguendo tre delle componenti caratterizzanti della resilienza: adattabilità, ridondanza e trasformability.
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Publication type:
Journal Articles
Evidence for R3C:
N
Publication Date:
Monday, January 11, 2021
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Cluster:
Planning the Resilient City
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